L’adozione da parte della Giunta comunale di una deliberazione attraverso la quale è stata approvata l’istituzione dell’azienda speciale Carlentini Multi servizi, ha sollevato la polemica delle altre forze politiche del territorio. Forza Italia per prima. Più che polemica quella espressa dall’esponente del partito, Angelo Ferraro, già vicesindaco e presidente del consiglio nonché ex assessore al Bilancio, è un punto di vista generato da forte preoccupazione per il futuro di Carlentini.
E, se per l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giuseppe Stefio la costituzione dell’azienda comporterà la definizione di una nuova forma di soggetto strumentale che rappresenti meglio ed in modo più stretto i rapporti con l’amministrazione, anche al fine di ottimizzare i servizi resi e conseguire delle economie di gestione, garantendo contestualmente stabilità occupazionale per il personale addetto, così non lo è per Angelo Ferraro. “Da ex amministratore vorrei meglio capire in quale direzione l’amministrazione si sta muovendo – dichiara Angelo Ferraro – perché è un fatto sostanziale sul quale stanno impostando il futuro della città di Carlentini. Ritengo che sia dovere del sindaco quello di chiarire e di spiegare alla cittadinanza cosa comporterà questa scelta che a mio parere potrebbe sfociare in situazioni critiche. Sono scelte, queste, che vanno condivise con tutte le forze politiche così come vanno spiegate ai dipendenti comunali su quale sarà il loro futuro. La politica deve osservare la città e le famiglie assicurando i servizi. È compito dell’amministrazione convocare un Consiglio comunale per divulgare questa decisione. Riteniamo fallimentare questa scelta perché tutti i Comuni con esperienza di aziende speciali sono falliti”.
L’analisi di Angelo Ferraro scaturisce dalla lettura dell’atto deliberato dalla Giunta. “Nei fatti – prosegue – non si capisce esattamente il fine di questa costituzione di un Comune dentro il Comune. Con l‘istituzione dell’Azienda speciale si sta avviando l’affidamento dei tributi e di altri servizi essenziali. La mia analisi non vuole essere una critica ma l’espressione di uno stato di smarrimento collettivo che necessita di chiarimenti. Non si capisce ancora come dodici o tredici persone indicate nella delibera di costituzione possano portare vanti questi servizi laddove 120 dipendenti non sono riusciti. Ciò a fronte di un investimento di quasi un milione di euro. Perchè non si è pensato invece di investire sulla formazione del personale?”.
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