“In politica si dice che non c’erano le condizioni, ma la verità è che non si sarebbe potuto vincere”. Con queste parole, Daniele Lentini, sindaco di Francofonte, spiega il motivo che lo ha spinto a ritirare la propria candidatura alla presidenza del Libero Consorzio Comunale di Siracusa, inizialmente sostenuta da Noi Moderati, Forza Italia e Fratelli d’Italia.
A pochi giorni dal voto, la spaccatura del centrodestra si è fatta evidente: Lega, DC e soprattutto il Movimento per l’Autonomia hanno scelto di convergere su Michelangelo Giansiracusa, sindaco di Melilli, lasciando il centrodestra senza una candidatura unitaria. “Nel progetto politico di quei partiti io non c’ero, e quindi era giusto così”, ha commentato Lentini che, pur avendo ottenuto un consenso ampio alle ultime elezioni comunali, non ha fretta di definire il proprio futuro: “La legislatura non è finita, mancano ancora tre anni. L’impegno preso con la mia comunità viene prima di tutto”.
Nel frattempo, però, guarda anche oltre: “con il mio gruppo stiamo valutando l’eventualità di una nuova collocazione politica. Dopo questa fase, ho ricevuto grande stima e disponibilità da parte di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Noi Moderati. Vedremo cosa accadrà. Non ho preso decisioni definitive, ma ci stiamo ragionando”.
Daniele Lentini ha espresso parole di stima personale per Michelangelo Giansiracusa, considerato il presidente in pectore: “Mi ha telefonato con galanteria, abbiamo un ottimo rapporto. Non era uno scontro tra persone, ma tra progetti diversi”.
Tuttavia, non ha risparmiato una riflessione critica sul clima generale della competizione: “troppo buonismo, troppa confusione tra civismo, convergenza e grandi case comuni. Alla fine, i numeri parlano chiaro: chi poteva esprimere il presidente, lo ha fatto. Il resto è solo politica”.
Nonostante la mancata candidatura, Lentini ha assicurato la disponibilità del Comune di Francofonte a collaborare con il nuovo presidente, chiunque esso sia. “L’ente è in dissesto, serve impegno da parte di tutti i sindaci. Non possiamo tirarci indietro”.
Ha poi concluso con una considerazione sul sistema attuale delle ex Province: “È un’anomalia che un ente in queste condizioni venga amministrato da un presidente che lavora gratuitamente. Anche io ero pronto a farlo, come gesto di servizio. Ma resta una follia. Questo sistema va ripensato seriamente”.
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