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Carlentini, il complesso del Carmine sarà intitolato al magistrato Gabriele Alicata. Stasera la cerimonia

Magistrato insigne, uomo di profonda fede e di esemplare umiltà, percorse brillantemente tutti i gradi della carriera giudiziaria

Il complesso del Carmine, prestigioso edificio storico di proprietà comunale, sarà intitolato al dottor Gabriele Alicata, di origini carlentinesi  scomparso il 23 dicembre 2012 all’età di 82 anni. La cerimonia si svolgerà oggi  pomeriggio in presenza dei familiari, Istituzioni, autorità civili, militari e religiose. La proposta avanzata dal sindaco Giuseppe Stefio è stata deliberata dalla Giunta Comunale per ricordare  l’uomo giusto e  l’alto magistrato che espletava il suo operato esclusivamente nell’interesse della comunità e per gli ideali di giustizia. Sempre legato a Carlentini continuò a coltivare le vecchie amicizie, mantenendo rapporti di stima anche con i parroci della chiesa Madre e di Sant’Anna.”L’amministrazione comunale – ha dichiarato il sindaco Giuseppe Stefio –  vuole ricordare ed onorare la memoria del dottor Alicata  rimasto nel ricordo dei cittadini carlentinesi. Il suo operato ha lasciato un’impronta significativa nella magistratura italiana, in particolare nella lotta contro la mafia in Sicilia. Un figlio nobile di questa città che merita di essere celebrato”.

Uomo di profonda fede e di esemplare umiltà, Gabriele Alicata percorse brillantemente tutti i gradi della carriera giudiziaria. Dopo la laurea in Giurisprudenza conseguita a soli 21 anni, fu pretore ad Acireale, Enna e Avola, giudice del tribunale di Siracusa e di Catania. Svolse l’incarico di Consigliere della Corte d’Appello e della Corte Suprema di Cassazione. Fu anche   insignito dal Capo dello Stato dell’altissima onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana (unico carlentinese a esserne stato decorato).

Gabriele Alicata fu procuratore distrettuale della Repubblica di Catania, fino al conferimento delle funzioni direttive superiori e dell’ufficio di primo presidente della Corte d’Appello del capoluogo etneo che lasciò solo per raggiunti limiti di età. Magistrato di non comuni doti professionali e umane si impegnò costantemente nell’assicurare lo svolgimento tempestivo di numerosi maxi­processi, superando i relativi problemi organizzativi. Fu infine presidente di sezione della commissione Tributaria provinciale e   della Camera Arbitrale e di Conciliazione della Camera di Commercio di Catania. Esempio costante di rettitudine e onestà intellettuale si spense a Catania, città dove ormai abitava da anni, lasciando la moglie Giovanna Cataudella e i quattro figli, Maria Rita, Giuseppe, Cristiana ed Ettore. E’ stato sepolto nella cappella di famiglia nel cimitero di Carlentini.


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